Cartina delle Terre
Le colline di questa vallata, sono ben più di un insieme di sostanze chimiche, qui è passata…LA STORIA!
Ci troviamo su di un ramo secondario della celebre “Via Francigena”, l’antico cammino che nel Medioevo portava i pellegrini dal nord Europa verso Roma , che, con Santiago De Compostela e Gerusalemme costituiva una delle Città Sante meta di pellegrinaggio. Tutte le moderne caserme di Piacenza, all’epoca, non erano altro che gli ostelli per il ricovero, la cura e l’ospitalità per le migliaia di persone che di li’transitarono nel corso di secoli.
…Ma la storia prosegue
Dal volumetto “La Collina in Bocca — Storie di persone e aziende in Val Tidone” —GL editore 2009 Piacenza:
“Per me un quadro deve essere qualcosa dí amabile,lieto e piacevole la sofferenzapassa ma la bellezza resta” , cosi’ riassumeva la sua idea di pittura Pierre-Auguste Renoir ad un giovane Matisse in visita al suo studio, mentre completava il capolavorlo “Le dejeuners des canotiers”.
Chissà cosa penserebbe del vino che oggi porta un frammento del suo capolavoro in etichetta, esattamente il ritratto di Aline Charigot, sua compagna, musa e modella. L’etichetta è sulla bottiglia di Bonarda Colli Piacentini DOC che rappresenta uno dei vini che vengono imbottigliati dalla azienda agricola Ganaghello. L’azienda prende il nome direttamente dalla località in cui è posta, una piccola frazione da cui si guarda su due vallate e su due province: l’Oltrepo Pavese ed i Colli Piacentini, Pavia e Piacenza.
Terra di confine, ha visto il passaggio di personaggi illustri…. Nei vigneti dell’azienda Napoleone Bonaparte posò il suo accampamento nella marcia verso la conquista di Piacenza. Dieci anni dopo la morte di Napoleone ,nel 1831, nel Campo dei Soldati, mentre si stava costruendo la casa che oggi ospita l’azienda, venne ritrovato un vaso di creta , ancora intatto, colmo di antiche monete consolari romane d’argento, risalente al 600 a.C., oggi si trovano nel museo di Parma.
Il 1831 era anche l’anno dei moti carbonari che divamparono nelle città dell’ Emilia, a Modena, Reggio (dove nacque la bandiera del tricolore) e Parma, dove regnava dal 1815 Maria Luigia D’Austria, andata in sposa a napoleone Bonaparte. Maria Luigia, in seguito alla sollevazione che istitui’ un governo provvisorio nella città di Parma, riparò a Piacenza con alcune migliaia di soldati sparsi sul territorio, in particolare ai confini del Ducato.Alcuni di questi furono di stanza ancora sugli stessi terreni di Ganaghello , dove Napoleone ebbe il suo accampamento : nel Campo dei Soldati. Oggi quel Campo dei Soldati segna un pezzo importante nella storia locale e vi prosperano vigneti di cabernet sauvignon, piantati da Luigi.
“Quando arrivammo qui’ cominciarono prima i lavori di cantina che la sistemazione della casa. Era il 1993 e fino a quel momento avevo passato la mia vita in compagnia del mio amatissimo pianoforte e dal piacere che mi veniva dall’ascolto dei grandi compositori dell’Ottocento, in particolare Chopin” Ecco che ritorna la joie de vivere cosi’ ben rappresentata dall’etichetta di Renoir. ” Mi sono diplomata al Conservatorio di Padova, ho insegnato per anni a diversi ragazzi dell’Oltrepo quando abitavamo da quelle parti, nel salone si trova un pianoforte Bluthner dell’Ottocento, regalo di mio padre “, continua Susanna, mentre la conversazione si sposta tra la storia del luogo, la musica e l’amore assoluto di Luigi per la terra.
“La casa era semi-diroccata ma i campi attorno erano in una delle più belle posizioni che potessi desiderare, ogni giorno venivo qui, ad estirpare, dare un ordine logico al vigneto, cominciare ad organizzare la cantina, mentre Susanna pensava a come sistemare la casa. Sono stati quattro anni decisamente faticosi, anche perché per prima abbiamo messo a posto la cantina che rappresentava la fonte di reddito, solo dopo è venuta la sistemazione della casa” ricorda Luigi.
Oggi è tutto in ordine. La casa che ha mantenuto la struttura ottocentesca, dove la parte più intrigante è un “box window” che lascia immaginare il calore di una tiepida giornata autunnale, con un buon libro ed un buon bicchiere di vino. La cantina che mantiene il ricordo delle prime fatiche tra cui una tappatrice a mano usata per imbottigliare la prima vendemmia: seimila bottiglie tutte tappate praticamente a mano…
Luigi ama la terra, ha cominciato a quattordici anni, appena finita la scuola dell’obbligo, a lavorare in campagna. Anche la sua famiglia aveva un’azienda vitivinicola, dove lui ha lavorato , ma poi ha deciso di cercarsi la terra dei suoi sogni. Dopo un peregrinare insieme ad un mediatore di Broni arriva a Ganaghello ed è amore a prima vista. La cantina che cadeva a pezzi ora ha tutte le attrezzature ed il magazzino contiene le barriques per l’invecchiamento dei vini. Al piano superiore la famiglia Losi ha creato il “Confine del Ducato”, una grandissima sala da degustazione dove accogliere clienti che dalla prima vendemmia sono costantemente cresciuti. A far gli onori Susanna che da pianista è diventata sommelier, grafica, addetta alle relazioni pubbliche ed alla promo-commercializzazione, mamma di due ragazzi ormai grandi ed inseriti in azienda, Thomas perito agrario ed Eric laureato in enologia.
Per quanto riguarda i vini, una delle ultime creazioni è stata il Passito da uve Malvasia che Susanna ha scelto di chiamare Ultimo Sole. Nome perfetto per un vino e per un’uva che con il sole è in perfetta simbiosi da tempo immemore. La Malvasia, che in questi territori è quella di Candia, è forse l’uva più antica dell’area del Mediterraneo, proveniente da un piccolo paese del Peloponneso, Monemvasos.
Come tutte le storie ricche di fascini, la fortuna porta le navi veneziane nel porto di Monemvasia in occasione della quarta crociata, a metà del XIII secolo : la Repubblica di Venezia offriva gratuitamente il trasporto delle truppe verso la Terra Santa sulle sue galere. Il servizio non era ovviamente disinteressato, consentiva infatti l’occupazione pacifica di molti piccoli porti commerciali, tra i quali appunto Monemvasia. Ma la natura di questo piccolo paese non consente una produazione di vino adeguata ai fabbisogni commerciali della Repubblica ; è cosi’ che Venezia da il via alla nascita di un’importante viticoltura a Creta ( Candia), concentrando la produzione proprio su questa tipologia.
Tra il 1300 ed il 1600, al culmine della potenza economica di Venezia, la Malvasia diviene il vino più famoso d’Europa, una vera moda, al punto di trasformarsi in sinonimo di eccellenza.
Davanti all’ “Ultimo Sole” vien voglia di chiedere a Susanna di suonare al pianoforte il “ber del vin dolce e sbottonarsi al sole. Dolce cosa” dal shakespeariano Falstaff nell’opera di Giuseppe Verdi. Chissà se e come sarebbero cambiate queste terre se Maria Luigia avesse accettato di incontrare Giuseppe Verdi, anziché ignorarne la presenza…
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